ESSERE
Nel
passato remoto si ha una sorta di
armonia vocalica con il passaggio delle O
toniche ad U, per cui la seconda
persona singolare è fústi invece di
fosti e nel plurale ritroviamo la forma impersonale se fu invece di fummo, fúste (fusté)
invece di foste e fúnno (funnó) invece
di furono.
Il
futuro ha una caratteristica
altrettanto singolare: alla A atona
della prima sillaba viene sostituita la I, quindi abbiamo le forme sirò, sirè, sirà per il singolare e se sirá, siréte (sirété), sirònno/siráno/saráno (sirònnó/siranó/saranó)
per il plurale. Va detto che queste forme sono sempre meno usate e sta adesso prendendo
il sopravvento la lezione italiana, con la sola eccezione di saráno (saranó) che resite
imperturbabile con la sua caratteristica degeminazione della N.
Il
congiuntivo presente ha nel
singolare le stesse forme italiane con l’eccezione della seconda persona che
può essere anche síe, forma però
sempre meno usata. Nel plurale abbiamo sémo,
séte, (sémó/sété) e le varianti alla terza persona síeno/síono (siénó/ siónó).
L’imperfetto ha la stessa caratteristica
del passato remoto con il passaggio della O
tonica ad U, quindi al singolare
abbiamo le forme fússi, fússi, fússe (fussé)
e al plurale se fússe (se fussé), fústi/fúste (fusté), fússeno/fússono (fussénó/fussónó).
Il
condizionale presente ha le stesse
desinenze del verbo avere, quindi il singolare è sarèbbi, sarésti, sarèbbe (sarèbbé)
e il plurale se sarèbbe,
sarésti, sarèbbeno/sarèbbono (sarèbbénó/ónó).
Anche
l’imperativo presenta varianti rispetto alle forme
italiane:
al
singolare la seconda persona è èssi invece
di sii, la terza è invece
identica a quella italiana sia, al
plurale la prima persona è sémo (sèmó),
la seconda è séte (sété) e la terza è
síeno (siénó), spesso però sostituire dalle forme del verbo stare stémo (stémó), stàte (staté), stíeno (stiénó).
Il
participio passato è stàto che si aggiunge per formare i tempi
composti.
Gerundio e participio presente sono come in
italiano, ma poco usati.
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